Quando realizzo gioielli alterno momenti in cui desidero che ogni pezzo sia perfetto ed estremamente simmetrico ad altri momenti in cui ho bisogno di realizzare qualcosa di unico, diverso dal solito. In questi casi spesso vado a caccia di "radici". Ma cosa significa?
Viene utilizzato di frequente, anche se in modo improprio, il termine “radice” (“radice di rubino”, “radice di smeraldo”, “radice di zaffiro”) per indicare la parte meno nobile e meno preziosa di una pietra.
In natura si trova nel punto di congiunzione con la roccia madre, ovvero dove il cristallo ha iniziato a formarsi. Si tratta quindi della medesima materia, con un aspetto diverso in quanto caratterizzato da molte inclusioni che la rendono traslucida e talvolta opaca.
Ciò non vieta di sfruttarla in gioielleria con risultati apprezzabili e costi decisamente più contenuti rispetto agli esemplari più trasparenti e puri. In passato si dava meno importanza alla trasparenza e luminosità delle gemme. Ciò spiega la ragione per cui antichi gioielli montano smeraldi non trasparenti e di tinta poco vivace.